Bisogna amare l'Iran per capirlo. Bisogna amare questo avamposto di civiltà e di tradizione in una parte di mondo ferita dalle incursioni dei fanatici d'Occidente e d'Oriente. In una regione dove da Carter in poi ogni presidente americano ha sparso odio e morte, dove il truce wahabismo ha trovato il suo punto di diffusione, dove gli eserciti di molteplici piccoli Satana hanno preteso di cancellare la vita e la cultura, l'Iran conduce la sua coraggiosa vita politica, cercando la propria via alla giustizia. Nessuno è esente dai rischi e ogni potere sconta la fallibilità delle imprese umane. Ma il popolo iraniano ha elaborato lo stile originale e antico di un modello di sviluppo civile e sociale inteso a plasmare una nazione indipendente e sovrana dove la religione si assume il compito di legare e connettere il cielo e la terra...di offrire luci vere ai ciechi illuminati e illuministi che giudicano senza sapere e parlano senza pensare. Tutto questo abbiamo voluto illustrare attraverso la testimonanza appassionata e sapiente della dott.sa Hanieh Tarkian, che ringraziamo per la sua cortesia e disponibilità *
1- Gent.ma
dott.sa Tarkian inizierei questa nostra conversazione chiedendole di parlarci
di sé. Sappiamo che è donna e che è iraniana, e questo è sufficiente per dare
alle sue parole il carattere e il tono di una testimonianza. Tuttavia, ci
piacerebbe sapere di più sul rapporto con la sua patria e sul suo cammino
culturale.
Prima di tutto ci tengo a
ringraziarLa per questa intervista, in un mondo globalizzato dove dovrebbe
esserci l’opportunità di sentire tante voci, sembra che l’informazione sia
invece diventata monopolio di pochi, quindi grazie per l’opportunità di
presentare un’opinione diversa sull’Iran. Sono italo-iraniana per la
precisione, mia madre è italiana e mio padre iraniano. Sono nata in Iran e lì
ho vissuto con la mia famiglia fino all’età di cinque anni. Erano i primi anni ’80,
quindi c’era stata da poco la Rivoluzione islamica in Iran, che aveva
influenzato in modo positivo i valori religiosi e spirituali della mia
famiglia, e subito dopo era iniziata la guerra imposta dall’Iraq - quest’ultimo
sostenuto da tutte le superpotenze del tempo - all’Iran. Abitavamo a Teheran,
che veniva bombardata regolarmente, quindi, anche se per un breve periodo, ho
fatto anch’io l’esperienza delle “bombe democratiche e delle guerre giuste” sostenute
dall’Occidente. Ho vissuto quindi in Italia fino al conseguimento del diploma
di maturità, e in seguito mi sono trasferita in Iran perché sentivo il bisogno
di approfondire le mie conoscenze sull’Islam, che comunque già praticavo, e per
questo mi iscrissi e frequentai la hawza fino a conseguire il dottorato
in Scienze Islamiche. La hawza è la scuola in cui si studiano gli
argomenti legati all’Islam, dalla teologia all’esegesi coranica, dalla
filosofia al sistema economico islamico, dalla storia dell’Islam alla lingua
araba. In tutto ho vissuto in Iran quindici anni, là mi sono sposata e ho avuto
tre figli. Sette anni fa abbiamo deciso di venire a vivere in Italia per
dedicarci ad attività accademiche e culturali. In Iran ho avuto l’opportunità
non solo di studiare, ma anche di lavorare, dico questo perché al contrario
dell’idea che i media mainstream danno dell’Iran, esso è uno Stato dove le
donne sono coinvolte nella vita accademica, sociale e politica.
2- L’Iran
è una nazione islamica: quali sono le caratteristiche religiose e culturali che
la differenziano dal resto della Umma? Qual è cioè la specificità
dell’approccio degli iraniani alla loro tradizione religiosa?
L’Iran è una Repubblica islamica,
è una repubblica perché il popolo ha un ruolo importante e fondamentale nella
vita politica. La stessa Rivoluzione islamica dell’Iran è stata prima di tutto
un movimento identitario di riscoperta della propria tradizione religiosa e
culturale e di opposizione all’imperialismo e all’arroganza di alcuni Stati, i
quali vogliono imporre i propri interessi a tutto il mondo. L’istituzione della
Repubblica islamica non sarebbe stata possibile senza il popolo, infatti essa è
avvenuta dopo un referendum in cui il 98% dei votanti ha detto “sì” alla Repubblica
islamica. Inoltre si sono svolte e si svolgono elezioni regolari per eleggere i
membri del Parlamento, il Presidente della Repubblica e i membri dell’Assemblea
degli Esperti, che sono coloro i quali affidano l’incarico di Guida Suprema a
una persona che possieda i requisiti necessari, vigilando altresì sul suo
operato. È islamica perché le sue leggi si fondano sui valori religiosi, valori
basati su un’interpretazione specifica degli insegnamenti islamici, ossia
quelli dell’Islam sciita, e sulla visione politica della wilayat al-faqih,
in altre parole l’autorità del giurisperito (la Guida Suprema), un dotto in
scienze islamiche, nonché esperto di politica, geopolitica e in grado di
amministrare e guidare la società promuovendo gli interessi di quest’ultima. Questa
teoria politica fu elaborata (non inventata) dall’Imam Khomeini in base agli
insegnamenti dei Dodici Imam. Infatti, più del 90% per cento degli iraniani
segue l’Islam sciita. L’Islam sciita si differenzia da quello sunnita sotto
vari aspetti, ma quello principale è il seguente: la guida politica e religiosa
della società (della Umma) dev’essere un individuo scelto da Dio, questo
individuo è l’Imam, talvolta l’Imam è anche profeta (come Muhammad), talvolta
non lo è. Secondo la tradizione sciita, dopo la morte del Profeta, il vero
successore e guida della società sarebbe dovuto essere Alì, non in quanto suo
genero e/o cugino, ma perché prescelto da Dio. Infatti la guida della società
deve possedere delle caratteristiche come l’infallibilità che solo Iddio può riconoscere.
E, dopo Alì, si sono succeduti undici Imam, l’ultimo dei quali, il Mahdi, è in
stato di occultazione e si rivelerà alla Fine dei Tempi insieme a Gesù Cristo
per stabilire la giustizia nel mondo. Nel periodo di occultazione dell’Imam
Mahdi, poiché la società non può rimanere senza una guida religiosa e politica,
questo ruolo viene affidato a un dotto in scienze islamiche, nonché esperto di
politica, geopolitica e in grado di amministrare e guidare la società
promuovendo gli interessi di quest’ultima, questa è in sintesi la teoria
politica della wilayat al-faqih.
3- Il
punto di snodo della storia iraniana recente è la rivoluzione che ha condotto
nel 1979 alla nascita della Repubblica islamica sulle spoglie dell’Ancien Régime dello
Scià. In sintesi, come e perché è
avvenuto tutto ciò?
Come ho accennato in precedenza, la Rivoluzione islamica dell’Iran
è stata prima di tutto un movimento identitario di riscoperta della propria
tradizione religiosa e culturale e di opposizione all’imperialismo e
all’arroganza di quegli Stati che vogliono imporre i propri interessi a tutto
il mondo. Lo Scià, infatti, aveva tentato di “occidentalizzare” i costumi e le
tradizioni iraniane. Per esempio, vi è stato un periodo in cui era vietato
coprirsi il capo e il velo veniva strappato alle donne per strada, quando
invece il velo ha sempre fatto parte della tradizione iraniana, anche prima
dell’avvento dell’Islam. Quindi possiamo dire che due sono stati gli aspetti
fondamentali che hanno portato il popolo iraniano ad opporsi allo Scià: il
primo il fatto che lo Scià fosse un burattino delle superpotenze, Gran Bretagna
e Stati Uniti in particolare, e quindi non facesse gli interessi della sua
nazione, e il secondo la necessità di preservare i valori religiosi culturali e
di opporsi allo Scià che voleva distruggere l’eredità spirituale dell’Iran.
Il periodo dal 1963 al 1979 sono gli anni in cui l’Imam
Khomeini fu molto attivo nel denunciare i soprusi dello Scià e con i suoi
discorsi riuscì a dare consapevolezza alla nazione iraniana sul degrado sociale
e politico a cui sarebbe andata incontro qualora non si fosse opposta alle
politiche corrotte dello Scià. Per questo motivo l’Imam Khomeini fu esiliato,
ma questo non interruppe il suo legame con il popolo.
Gli anni ‘77 e ‘78 furono quelli più difficili per la
Rivoluzione. Il regime dello Scià venne rafforzato e sradicava i gruppi che si
ribellavano, tuttavia l’Imam Khomeini guidò il processo della Rivoluzione passo
dopo passo attraverso i discorsi che ripetutamente teneva, anche negli anni in
cui si trovava in esilio, incoraggiando il popolo a scioperare e invitando i
soldati ad abbandonare le caserme. È interessante sapere che all’inizio i suoi
discorsi venivano diffusi sotto forma di ciclostilati, mentre durante l’ultimo
periodo della Rivoluzione venivano incisi su audiocassette. Dopo molti anni di
lotta, l’aereo che riportava in patria l’Imam Khomeini dalla Francia, l’ultimo
Stato in cui fu esiliato, atterrò all’aeroporto di Teheran la mattina del 1
Febbraio 1979; il giuramento di alleanza con l’Imam, pronunciato dagli
ufficiali militari l’8 febbraio, segnò la caduta del governo dello Scià. L’11
febbraio fu annunciata la vittoria della Rivoluzione islamica.
4- Chi è l’ Āyatollāh Ruḥollāh
Moṣṭafāvī Mōsavī Khomeinī?
L’Imam Khomeini nacque nel 1902, orfano di padre, frequentò
la hawza e completò rapidamente i vari corsi di scienze islamiche.
Insieme alla giurisprudenza islamica e ai principi di giurisprudenza, che erano
due delle materie principali studiate presso la hawza, egli approfondì
anche la filosofia e la gnosi, e come spiegato elaborò la teoria politica della
wilayat al-faqih. L’Imam denunciò i crimini dello Scià e incitò tutti i
sapienti musulmani e la popolazione iraniana a ribellarsi contro l’oppressione
del suo regime.
L’Imam si occupò pertanto di varie tematiche, dalla
teologia alla filosofia, dalla gnosi alla politica, ci vorrebbe un’enciclopedia
per presentare degnamente la sua visione. Mi preme tuttavia evidenziare quella
che era la sua prospettiva politica.
Secondo il pensiero dell’Imam Khomeini, la politica è un
concetto chiave che ha un legame inscindibile con la religione, infatti la
considera la via per portare l’essere umano verso la realizzazione della
società, prendendo in considerazione gli interessi reali e ostacolando ciò che
la danneggia, pertanto la scienza della politica è la scienza del
perfezionamento, dell’educazione e della formazione dell’essere umano. Essa rimuove
i veli e gli ostacoli che impediscono la vera realizzazione e beatitudine
dell’individuo e della società.
L’Imam Khomeini affermava che esistono tre tipi di
politica:
1- Politica corrotta - È la politica fondata su
comportamenti quali la menzogna, l’inganno, favorire gli interessi individuali
a scapito di quelli sociali, quelli materiali a scapito di quelli spirituali,
saccheggiare i beni dei cittadini e manipolare la loro mente. L’Imam Khomeini
asseriva che nell’Islam la politica non ha niente a che fare con la visione
corrotta della politica.
2- Politica mondana - Potrebbe essere corretta nei
principi, nei criteri e nei fini, anteponendo l’interesse sociale a quello
privato, tuttavia essendo di natura materialistica non prende in considerazione
la dimensione e la realizzazione spirituale degli individui, quindi nemmeno
questa politica è compatibile con la visione islamica.
3- Politica divina - È quel tipo di politica che aspira a
realizzare sia la felicità in questo mondo che nell’aldilà, favorendo una
società giusta in questo mondo e la beatitudine nell’aldilà, pertanto prende in
considerazione entrambe le dimensioni - materiale e spirituale - dell’essere
umano. Questo tipo di politica per l’Imam Khomeini corrisponde alla Retta Via,
tuttavia non tutti sono in grado di attuarla, solo i Profeti, i Messaggeri, gli
Imam e i sapienti che conoscono bene gli insegnamenti islamici sono in grado di
farlo.
Per questo motivo egli completò e portò alla sua
realizzazione la teoria politica del governo del giurisperito che possiede le
caratteristiche necessarie per implementare la politica divina.
5- Come funziona la Repubblica
islamica sotto il profilo istituzionale? Qual è il rapporto tra politica e
religione?
Come già accennato, la Repubblica islamica dell’Iran è una repubblica
fondata sugli insegnamenti islamici della scuola sciita. Il popolo ha avuto un
ruolo fondamentale nella vittoria della Rivoluzione e nell’istituzione della
Repubblica, e, non essendo una dittatura, tutt’ora non potrebbe esistere una Repubblica
islamica dell’Iran senza il sostegno del popolo. Questo appoggio viene ribadito
ogni anno in varie occasioni importanti, come quando si celebra l’anniversario
della Rivoluzione, in cui milioni di iraniani scendono in piazza in sostegno all’ordinamento.
Essendo la Repubblica islamica dell’Iran basata sulla
teoria politica della wilayat al-faqih, vi è uno stretto legame tra
politica e religione, in realtà ciò è dovuto a un motivo molto logico:
qualsiasi sistema politico, ma anche giuridico, dev’essere fondato su una base
ideologica, su determinati valori e criteri con cui gestire la politica e le
leggi. Più del 98% degli iraniani è musulmano, quindi non è poi strano che
abbia scelto come base ideologica della Repubblica gli insegnamenti islamici.
6- Come vivono le minoranze
religiose cristiane, ebree e zoroastriane in Iran?
Le minoranze cristiane, ebree e zoroastriane sono
riconosciute e tutelate dalla legge, e hanno un numero fisso di rappresentanti
nel Parlamento iraniano. Per altro ci sono stati vari martiri appartenenti alle
minoranze religiose caduti nella guerra imposta Iraq-Iran.
Credo che per capire meglio lo spirito dei seguaci delle
minoranze religiose in Iran possa essere utile leggere queste parole del
vescovo iraniano Narsai Benyamin, vescovo della Chiesa Assira d’Oriente, in
occasione del 40° anniversario della vittoria della Rivoluzione islamica
dell’Iran: “Onore ai martiri che hanno sacrificato il loro sangue puro per la
gloria dell’Iran. Lo sviluppo e la crescita dell’Iran sono lo sviluppo e la
crescita di tutti gli iraniani, per questo preghiamo per l’onore della Guida
Suprema e porgo i miei auguri in occasione del 40° anniversario della vittoria
della Rivoluzione islamica […] Si narra che un allievo andò dal suo maestro e
gli chiese in merito alla Santa Trinità. Il maestro portò l’allievo vicino al
mare e gli chiese di scavare una buca, e in seguito di riempire la buca con
l’acqua dell’oceano con un cucchiaio fino a quando non fosse finita. Allora il
maestro disse al suo allievo che se fosse stato in grado di fare ciò, anche lui
sarebbe stato in grado di spiegargli il concetto della Santa Trinità […] Ora
anche il tempo che io ho a disposizione per spiegare i benefici della
Rivoluzione islamica sono come quella buca da riempire con l’acqua dell’oceano
con un cucchiaio. I benefici e i risultati della Rivoluzione islamica sono
talmente numerosi che è impossibile citarli in così poco tempo […] Il primo
beneficio di cui la comunità assira godette, per merito della Rivoluzione islamica,
fu l’influenza della religione e della spiritualità nella vita. La Rivoluzione islamica
portò la religione nella società e anche i cristiani assiri ne furono
influenzati. Grazie alla Rivoluzione islamica, oggi, tutte le chiese assire
sono aperte e attive e i cristiani assiri possono liberamente assistere alle
proprie funzioni religiose in lingua assira e secondo il proprio rito […] La
ristrutturazione delle chiese antiche, dopo la Rivoluzione islamica, è un altro
dei benefici della Repubblica islamica dell’Iran, il costo di tutta o la
maggior parte della ristrutturazione è stata sovvenzionata da fondi statali […]
Un altro beneficio della Rivoluzione è stato la fondazione di Consigli per
risolvere le controversie specifiche dei cristiani assiri [dove le controversie
vengono risolte seguendo le loro norme specifiche] […] inoltre i cristiani
assiri possono godere delle festività religiose cristiane senza dover lavorare in
tali giorni […] in tutte le città, dove sono presenti dei cristiani assiri o
altre minoranze religiose, sono state create associazioni registrate presso il Ministero
degli Interni, e infatti la prima associazione ad essere stata registrata dopo
la Rivoluzione islamica con il numero di registrazione “1” appartiene ai
cristiani assiri di Urmia […] La presenza di cinque rappresentanti delle
minoranze religiose in Parlamento (ebreo, assiro, armeno ...) è un onore per
l’ordinamento e per la Repubblica islamica dell’Iran […] un po’ di tempo fa
venne un rappresentante dell’Onu in Iran, il quale incontrò alcuni membri della
comunità cristiana assira. Il rappresentante ci chiese di illustrargli i nostri
problemi in Iran e noi in risposta spiegammo per due ore i risultati e i
benefici. Il rappresentante ci disse che sembrava non avessimo problemi in
Iran, gli rispondemmo che i nostri problemi in Iran sono come i problemi
all’interno di una famiglia, e se ci sono problemi li comunichiamo ai
responsabili statali e non a voi, i nostri problemi non vi riguardano. Noi
sappiamo di essere iraniani, sempre saremo iraniani e iraniani saremo sepolti
in questa terra sacra”.
7- Qual è il ruolo attuale
dell’Iran rivoluzionario nel quadro della politica mediorientale?
La Rivoluzione islamica dell’Iran è stata d’esempio per i
popoli in Medioriente (ma non solo) e infatti ispirandosi agli slogan della
Rivoluzione, quali “Libertà, Indipendenza, né Occidente né Oriente”, sono nati
movimenti di liberazione come Hezbollah in Libano e Ansarullah nello
Yemen.
È dalla vittoria della Rivoluzione islamica - avvenuta nel
1979 - quindi da più di quarant’anni, che le potenze arroganti, le élites
mondialiste e guerrafondaie, con a capo gli Stati Uniti, stanno cercando di
distruggere i cambiamenti positivi avvenuti grazie alla Rivoluzione, creando
conflitti interni, tentativi di colpi di stato, imponendo guerre dall’esterno
come il conflitto Iraq-Iran, con l’invasione culturale, la guerra economica e
mediatica e infine con rivoluzioni colorate e proteste di strada.
Il motivo di tanta ostilità da parte dei poteri arroganti
scaturisce dal fatto che l’Iran non ha mai accettato il sistema che lor signori
vogliono imporre, un sistema in cui gli oppressori governano sugli oppressi.
Fin dall’inizio della Rivoluzione islamica è stato chiaro che questo sistema
non sarebbe stato accettato, che l’Iran non avrebbe accettato di essere dalla
parte degli oppressori né di farsi opprimere. In base agli articoli contenuti
nella Costituzione iraniana, ai principi islamici e allo spirito del popolo
iraniano, lo Stato iraniano non solo non avrebbe oppresso né si sarebbe lasciato
opprimere, ma avrebbe anche combattuto l’oppressore e non sarebbe rimasto
imparziale nei confronti dell’oppressione rivolta ad altri.
In particolare, sappiamo che l’Iran, guidando l’Asse della
Resistenza, ossia l’alleanza tra i gruppi di resistenza presenti in Iran, Iraq,
Siria, Palestina, Yemen e Libano, ha ottenuto grandi successi in quelle che
sono state delle vere e proprie guerre per procura volte a indebolire l’Asse
stesso attraverso la destabilizzazione della regione, destabilizzazione attuata
attraverso il sostegno a vari gruppi terroristici, primo fra tutti l’Isis.
Ma l’Asse della Resistenza è riuscito a sconfiggere le strategie pianificate
dagli Stati Uniti e dai suoi alleati nella regione per la creazione di un
“Nuovo Medioriente”.
8- Veniamo all’attualità più
scottante. Le donne in Iran e le attuali manifestazioni/disordini sociali. Ci
potrebbe dare un quadro generale della situazione?
Le potreste sono iniziate dopo che una giovane di nome
Mahsa Amini è svenuta in una stazione di polizia e, dopo essere stata portata
in ospedale, è morta. I media mainstream hanno subito accusato la
polizia iraniana di aver picchiato la ragazza, la quale, secondo loro, sarebbe
morta a causa delle percosse. Tuttavia non ci sono prove al riguardo, anzi, le
telecamere a circuito chiuso mostrano che la ragazza sviene e viene soccorsa
dagli agenti di polizia e poi dai paramedici. Il referto medico pubblicato dai
funzionari iraniani documenta che Mahsa Amini subì un intervento chirurgico al
cervello al Milad Hospital di Teheran nel 2007, quando aveva otto anni. Dopo
l'operazione, iniziò ad avere problemi all’ipotalamo. Il referto riporta che il
13 settembre 2022, alle 19:56, ha perso conoscenza ed è caduta a terra e, a
causa della sua precedente malattia, aveva la pressione bassa e, nonostante le
avessero eseguito la respirazione artificiale nei primi minuti, le è mancato
l’ossigeno e ha subito danni cerebrali. Nonostante il ritorno dell'attività
cardiaca e nonostante il suo trasferimento in ospedale e gli sforzi profusi dal
personale medico dell'ospedale "Kosra", le conseguenze della mancanza
di ossigeno hanno portato alla morte della signora Amini il 16 settembre 2022.
Secondo i documenti medici rilasciati dall'ospedale, i
risultati delle TAC e degli esami e dell'autopsia, la signora Mahsa Amini non è
morta a causa di lesioni alla testa o a qualsiasi altra parte del suo corpo.
Questa, quindi, è la versione ufficiale dell’Iran. Ovviamente qualcuno potrebbe
mettere in dubbio questa versione, anche se l’Iran, essendo sotto forte
pressione mediatica, non ha alcun motivo per mentire. E in ogni caso non si
capisce perché dovremmo invece fidarci della propaganda mediatica globalista,
considerato che abbiamo già sperimentato l’inganno dei canali mainstream
con la Libia e la Siria e, da pochi mesi a questa parte, con la Russia.
Quindi abbiamo prima di tutto un problema di propaganda
mediatica, si può accusare uno Stato o un’istituzione di qualcosa senza fornire
delle prove: pseudo associazioni per i diritti umani con il sostegno di canali
come il canale saudita Iran International o la BBC in persiano (non
proprio quindi canali di informazione imparziali per quanto concerne l’Iran)
accusano la polizia iraniana di aver picchiato una ragazza causandone la morte.
Ribadiamo: niente prove, anzi ci sono filmati che dimostrano il contrario,
eppure tutti i media mainstream riprendono la notizia come se fosse
rivelazione divina.
Come dicevo all’inizio, la morte della giovane Amini e le
false accuse della propaganda mediatica hanno portato alle proteste, all’inizio
pacifiche, ma poi sempre più violente e incoraggiate dai canali “dissidenti”.
Tra coloro che hanno partecipato alle proteste sono stati indentificati
individui affiliati all’Isis o a gruppi terroristici curdi o al
famigerato Mek, i Mojahedin-e khalq, quel gruppo terroristico che
l’Europa e gli Stati Uniti avevano in un primo momento inserito nella lista
delle associazioni terroristiche per poi toglierlo circa una decina di anni fa,
un gruppo terroristico che dalla Rivoluzione islamica dell’Iran ha assassinato
12.000 iraniani. I Mojahedin-e khalq sono una vera e propria setta che
si è macchiata di crimini terribili; esistono nel web video che mostrano le
torture che infliggevano a coloro che essi consideravano traditori (ovvero chi
sosteneva la Repubblica islamica dell’Iran). Purtroppo ci sono stati molti casi
di violenza e vandalismo: agenti ai quali è stato dato fuoco o letteralmente
sgozzati, le ambulanze sono state prese di mira dai manifestanti e sono state
vandalizzate moschee e luoghi religiosi, ma anche banche, e ci sono stati anche
dei morti in circostanze sospette. I rivoltosi vengono incoraggiati alla
violenza e alla profanazione di luoghi o oggetti sacri, e la propaganda
mediatica li sostiene senza possibilità di contradditorio.
Quello che dico è molto semplice: considerate le menzogne
dei media mainstream negli ultimi, come minimo, vent’anni riguardo
all’Afghanistan, alla Libia, all’Iraq e alla Siria, non sarebbe il caso di
mettere in dubbio la loro versione dei fatti in merito a ciò che sta succedendo
in Iran e sentire anche l’altra campana?
9- È
vero che giovani adolescenti iraniane vengono picchiate a morte dalla polizia
per non aver voluto indossare il velo o per non aver voluto omaggiare la Guida
Suprema Alī Ḥoseynī Khāmeneī? Quali sono le fonti di simili notizie?
Non è assolutamente vero, queste notizie sono false, anche
nel caso di soprusi da parte delle forze dell’ordine, si tratta di casi singoli
e non sistematici, su cui l’autorità giudiziaria ha poi il dovere di indagare.
La maggior parte di queste notizie, come ho accennato in precedenza, vengono
diffuse da canali come la BBC in persiano o il saudita Iran International
che non sono chiaramente fonti imparziali sull’Iran. Spesso i video e le
immagini sono manipolate o decontestualizzate, altre fonti sono i profili Twitter
di dissidenti, molto spesso profili i cui followers sono per metà
account fake.
Vorrei ribadire questo concetto: il lettore non è obbligato
ad accettare la versione fornita dall’Iran sui fatti accaduti, tuttavia il
minimo sarebbe mantenere un approccio critico nei confronti di fonti
d’informazione di imparzialità discutibile e che già in passato hanno mentito
sulla situazione in Medioriente (e non solo).
10- Che cosa direbbe a una
donna occidentale, non prevenuta, per far capire che cosa vuol dire essere oggi
donna e mussulmana nella Repubblica?
Per rispondere a questa domanda riporterò alcuni estratti
di una lettera che un gruppo di dottoresse iraniane ha scritto alla dott.ssa
Antonella Vezzani, presidente dell’Associazione Italiana Donne Medico:
“Qualche tempo fa è stata pubblicata sui media una lettera
da Lei firmata, chiaro indice della Sua scarsa conoscenza della situazione e
delle condizioni che governano il nostro Paese, ovvero l'Iran, la qual cosa ci
ha spinte, come rappresentanti delle donne medico dell’Iran, a metterla al
corrente sulla condizione femminile nel nostro Paese negli ultimi anni. Prima
di tutto, menzioneremo alcuni dati che saranno per Lei di sicuro interesse. È
al corrente, ad esempio, che la percentuale di ragazze tra gli studenti
iraniani è passata da circa il 25%, negli anni antecedenti la Rivoluzione
Islamica, a più del 50%? Probabilmente non sa che prima della Rivoluzione
Islamica dell'Iran del 1979 il tasso di analfabetismo tra le donne si aggirava
intorno al 50-60%, e che ora è sceso a meno del 10%. Dottoressa, i media le
hanno forse permesso di sapere che il numero delle donne medico specialiste in
Iran è aumentato di ben dodici volte dalla Rivoluzione Islamica, mentre per i
loro colleghi uomini la percentuale è pari a tre? Come fa a parlare di
ingiustizia quando, solo a titolo di esempio, secondo il rapporto del “World
Economic Forum” (WEF), l'Iran è al primo posto in termini di pari diritti
all'istruzione tra ragazze e ragazzi? Come si possono affermare simili falsità
sulla salute delle donne iraniane quando, secondo il rapporto
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'indice di aspettativa di
vita delle medesime negli ultimi quaranta anni è aumentato da una media di 57
anni a una di più di 77 anni? […] Occorre sapere che negli anni successivi alla
Rivoluzione Islamica l'aumento del numero dei campi sportivi femminili è
passato da 7 a 38, quello delle Federazioni sportive femminili attive da 1 a
49, degli arbitri donna da 7 a 16.000 e delle allenatrici sportive da 9 a
35.000, e questa è solo una minima parte dei progressi propri della condizione femminile
in Iran, emerse nel virtuoso contesto di giustizia e legalità implementato da
detto sistema islamico. […] Secondo la nobile tradizione dell'ospitalità
iraniana, La invitiamo a visitare la nostra grande nazione e le sue donne
medico per poter così testimoniare la sicurezza, la libertà, la vitalità, la
dinamicità ed i progressi scientifici propri dell’Iran, giacché non è affatto
degno di esponenti della comunità scientifica degni di questo nome il
rilasciare commenti apodittici, senza una scrupolosa verifica dei fatti, sotto
l'esclusiva influenza di notizie false e infondate”.
Da questa lettera secondo me emerge prima di tutto
l’orgoglio di un popolo, composto da uomini e donne, che ha versato sangue per
una Rivoluzione identitaria, sociale, politica e spirituale ed è pronto a
difendere e preservare la propria indipendenza e sovranità, nonostante i
problemi che comunque esistono, anche a causa della pesante pressione
mediatica, politica ed economica esercitata sull’Iran.
11- Allargando ancora il fuoco
del discorso: che cosa pensa dell’immigrazione islamica in Europa. In alcuni quartieri
di città dell’Europa settentrionale (ho in mente il Belgio, ma non solo) il
locale partito islamico avrebbe i numeri per governare, imponendo, dicono i più
preoccupati, la shar’ia. Lo ritiene giusto o auspicabile?
Io credo che a livello globale vi sia una lotta ideologica
che coinvolge tutti i popoli: nemici ideologicamente oscurantisti, ossia i
gruppi terroristici ed estremisti, appoggiati tuttavia da un Occidente
ideologicamente progressista, in realtà oscurantismo e progressismo sono due facce
della stessa medaglia, per questo si appoggiano a vicenda. L’ideologia
progressista è caratterizzata da un modernismo radicale, un mondialismo che vede
nell’amalgamarsi di culture e costumi la sua realizzazione, senza più lasciar
spazio ai singoli popoli di manifestarsi; culture e religioni devono adattarsi
al nuovo culto del dirittoumanismo, il progressismo vede nel capitalismo e
nella liberal-democrazia la sua realizzazione economica e politica,
l’ultralaicismo è la sua religione che va a sostituire le altre religioni, le
quali purtroppo in alcuni casi perdono la loro identità e si mondializzano
(anche molte comunità musulmane ne sono purtroppo influenzate). La famiglia
naturale perde d’importanza e viene sostituita da nuovi modelli,
contemporaneamente anche l’individuo perde la sua identità, prima quella
culturale e quella religiosa, arrivando poi a quella sessuale come sta
succedendo adesso; un modello di società progressista è quella statunitense che
purtroppo è stata importata anche in Europa. L’oscurantismo è la visione
estrema opposta, di cui possiamo considerare fautori i movimenti estremisti che
si ispirano al wahabismo, un’ideologia deviata che si dichiara fondata sugli
insegnamenti islamici ma in realtà li ha completamente distorti, e sia sunniti
che sciiti si sono dissociati dal wahabismo.
Per questo io credo fermamente che ogni popolo abbia la responsabilità
di preservare la propria identità e di lottare contro queste ideologie, proprio
come hanno fatto i popoli mediorientali in Siria e in Iran per esempio, e non
solo, i popoli devono anche allearsi in questa lotta. Nella stessa Europa
musulmani e cristiani possono essere alleati contro l’ideologia progressista e
mondialista.
12- Quale dovrebbe essere
secondo lei il criterio di convivenza tra cristiani, atei, credenti in altre
religioni e mussulmani in Europa?
Rispetto reciproco, ma anche alleanza nel creare una
società giusta e, come dicevo nella risposta alla precedente domanda, unirsi nella
lotta contro l’ideologia progressista, nonché contro pericolose derive
estremiste che creano conflitti all’interno della società, conflitti di cui poi
approfittano i soliti noti. In particolare credo che tutti i membri consapevoli
della società debbano sforzarsi nel sostenere la famiglia quale nucleo
principale della società. Una società dove la famiglia perde il suo ruolo, è
una società morta.
È diritto di ogni popolo preservare la propria identità. C’è
una minoranza che non è d’accordo? Ci sono sempre delle minoranze che non sono
d’accordo. Cosa succede quando queste minoranze sono sostenute dalla propaganda
mainstream e dalle élites mondialiste? Succede quello che sta
succedendo in Europa, un’identità pian piano muore.
13- Qual è secondo il migliore
tra gli artisti iraniani di oggi? E qual è il filosofo di maggior prestigio (lo
chiedo per deformazione e curiosità professionale).
Tra gli artisti vorrei segnalare Hassan Ruh al-Amin,
giovane artista iraniano, e Mahmoud Farshchian, maestro nell’arte delle
miniature persiane. Per quanto riguarda la filosofia, sicuramente l’ayatollah
Mesbah Yazdi è stato il più grande filosofo contemporaneo dell’Iran (è deceduto
due anni fa). Egli fu anche esperto di
gnosi, etica, teologia e politica. Nella visione dell’ayatollah Mesbah Yazdi, la
conoscenza di tipo mentale e la visione filosofica dell’universo sono i
fondamenti da cui partire per dare delle risposte ai tre interrogativi
principali che ogni essere umano si pone – da dove proviene? qual è la sua meta?
come raggiungerla? – tuttavia questo non significa che si debba dare una
risposta a tutte le questioni che compongono la visione dell’universo (in
specifico la visione religiosa) in modo filosofico, ma semplicemente che prima
di tutto è necessario dimostrare in modo razionale temi quali l’esistenza di
Dio, la necessità di una guida che possa indicare all’essere umano la retta via
e così via. Ciò non esclude l’avvalersi di altre conoscenze per risolvere
alcuni temi: infatti l’ayatollah Mesbah Yazdi nelle sue argomentazioni
teologiche utilizza come premesse anche conoscenze di tipo diretto e
presenziale oppure empirico e, solo una volta dimostrati i temi principali, fa
riferimento agli insegnamenti del Corano e delle tradizioni tramandate dal
Profeta e dagli Imam. Questo tipo di elaborazione permetterà in seguito di
intraprendere un sentiero di tipo spirituale e gnostico, che porterà il
viaggiatore spirituale ad essere testimone in modo presenziale di ciò che prima
conosceva solo come concetti e argomentazioni.