mercoledì 28 novembre 2018
Novembre 2018, torno a salutarti
Nulla mi hai insegnato fuorché il vento tra i capelli a cento all’ora, per sfizio di velocità e maschile sintonia con i cilindri della tua honda four.
Non hai voluto formarmi, tu che la bella forma avevi dentro e fuori, così, senza artificio, solo con la tua sigaretta e il bicchiere, con le tue mani allegramente bucate, mite, scanzonato, giocoso come bambino con cui tutti i bambini vogliono giocare.
Sei stato tutto lavoro e niente apparato, tutto grazia e mai legge, padre capitato lì per ignoto destino, non ti sei scomposto, ma hai provato ad amare.
Amare è da dentro, non superficie; amare è da maleducati, perché non bada alle convenzioni; amare non vuole educare, ma è solo stile che per sua natura si diffonde come la bontà.
Stile di vita: con pochi e sottili tratti, come un sapiente pittore, puoi disegnare un’esistenza. Non servono grandi cose, solo il gusto di offrire, solo la piccolo gioia di spendere senza pensieri, solo ridere per sfottere la vita, solo perdersi e perdere, perché chi vince lo fa per sé, mentre chi perde ti vuol bene e ti lascia andare avanti.
Stile di vita di chi non vuol morire e chiede sempre di guarire, perché un giorno guadagnato è come tutti gli altri che ha faticato, per poter dire che ha senso vivere così, che ha senso un giorno in più, che ha senso sorridere un’altra volta ...ciao papà!
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