martedì 4 dicembre 2018

La testa degli altri



Che assurda banalità: "Imparare a pensare con la propria testa"!...L'esperienza dice che chi pensa con la propria testa, generalmente pensa male. L'autonomia del giudizio - questa grande chimera del nostro tempo - è nella maggior parte dei casi un'illusione narcisistica. L'originalità è un pessimo indizio, quando si va in cerca della verità delle cose. Ciò che viene spacciato per pensiero critico è spesso la replicazione coattiva di modelli non già "critici" ma "tossici", capaci come le droghe di produrre sensazioni piacevoli, di prestigio, di onniscienza, di onnipotenza. Essi piacciono perché solleticano l'Io a trovarvi quelle conferme di cui ha bisogno. Perciò vengono subito abbracciati con istantaneo innamoramento. Quell'amore smodato che il nostro orgoglio riserva a...noi stessi. Quindi? Quindi un primo passo per pensare bene è fare un piccolo sforzo ascetico, quella fatica autoeducativa di pensare con la testa degli altri. Finché non si prova a pensare con la testa degli altri non ci si accorge che, oltre alle nostre giulive e sicure associazioni, esiste un pensiero che ha regole, dinamiche e caratteristiche indipendenti dalle inclinazioni soggettive. Finché uno è preda del proprio pensiero non conosce e capisce altro che se stesso... Invece il pensiero deve circolare e viaggiare attraverso le grandi menti della storia: solo lì si alimenta, solo dalle altezze dei giganti, noi nani possiamo vedere qualcosa. L'unica modo per essere autonomi e critici è riconoscere e dichiarare serenamente che abbiamo delle fonti di ispirazione e che ne scorgiamo la grandezza, a volte malgrado noi! Smettiamola allora di dire: "Io penso"; "Secondo me";  "A mio parere". Consentiamone l'uso al solo scopo di circoscrivere e limitare le nostre affermazioni. Se invece vogliamo ancora sottolineare che noi siamo il Soggetto originale di ciò che diciamo, finiremo preda di tutti gli onanismi di questo tempo...l'unica epoca che mentre decade glorifica se stessa,

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1 commento:

  1. Ci vorrebbe un buon equilibrio tra sé stessi e gli altri, dove sta appunto il senso critico.

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